
Chirurgia Epatobiliare: l’approccio laparoscopico
La laparoscopia è l'approccio più rispettoso per il nostro organismo. Il Prof. Luca Aldrighetti ci spiega il suo impiego in Chirurgia Epatobiliare
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La chirurgia epatobiliare si occupa del trattamento chirurgico delle patologie maligne e benigne del fegato, delle vie biliari e del pancreas, tra cui: tumori primitivi epatici, tumori secondari dati da metastasi, tumori della colecisti e della via biliare, cisti, adenomi, iperplasia nodulare focale, calcolosi della colecisti e della via biliare, ecc. Le neoplasie epatiche sono in progressivo aumento negli ultimi anni e molti tumori benigni del fegato evolvono fino a diventare maligni. D’altra parte, invece, i tumori del pancreas endocrino sono molto rari. La resezione epatica ed il trapianto di fegato costituiscono la base della terapia chirurgica, mentre altri trattamenti includono embolizzazione dell’arteria epatica, chemioterapia, radiofrequenza ecc. Le quattro resezioni epatiche classiche sono: la lobectomia epatica destra, la lobectomia epatica sinistra, la trisegmentectomia epatica destra e la segmentectomia sinistra. Nel fegato non cirrotico è possibile asportare circa il 70% del parenchima con una mortalità operatoria inferiore al 5%. Il trattamento chirurgico dei tumori della testa del pancreas, invece, può essere palliativo con semplice derivazione biliare, o radicale con una duodenocefalopancreasectomia (più raramente una duodenocefalopancreasectomia totale). L’intervento di duodenocefalopancreasectomia prevede l’asportazione totale o subtotale del duodeno, l’asportazione della testa e dell’istmo del pancreas, della colecisti e del coledoco.
La chirurgia laparoscopica è una tecnica chirurgica mininvasiva che permette allo specialista di diagnosticare o trattare patologie senza praticare ampie incisioni chirurgiche. Durante la procedura chirurgica laparoscopica viene introdotto un laparoscopio nell’addome, cioè un tubo sottile (circa 5-10mm di diametro) dotato di un sistema di illuminazione ed una telecamera a fibre ottiche che trasmette le immagini ad un monitor. I vantaggi della chirurgia laparoscopica sono numerosi. Nonostante i tempi chirurgici siano gli stessi della chirurgia tradizionale, con la laparoscopia si ha un recupero postoperatorio molto più rapido, un rischio di complicazioni ridotto, un minor sanguinamento intraoperatorio ed un minor impatto estetico e psicologico. Possono essere eseguiti con tecnica laparoscopica numerosi interventi addominali.
La chirurgia pancreatica descrive una serie di procedure eseguite per trattare le seguenti malattie:
L’intervento chirurgico per il trattamento della pancreatite acuta e cronica viene chiamato colecistectomia, che corrisponde alla rimozione chirurgica della cistifellea.
L’intervento per il trattamento del tumore al pancreas spesso è l’unico modo per curare tale forma di tumore. Esistono diverse procedure per il trattamento chirurgico del tumore al pancreas:
Se si soffre di pancreatite acuta o cronica l’intervento chirurgico verrà raccomandato per rimuovere la cistifellea in caso di calcoli biliari dolorosi che bloccano il flusso biliare. La rimozione della cistifellea serve ad eliminare il problema dei calcoli biliari.
Se si soffre di tumore al pancreas l’intervento chirurgico verrà raccomandato come opzione principale, in quanto per sua natura il tumore al pancreas è difficile da diagnosticare e, quando viene rilevato, spesso si mostra già piuttosto avanzato.
Una colecistectomia può essere eseguita in due modi diversi:
Entrambe le procedure vengono eseguite in anestesia generale, ma in genere la chirurgia laparoscopica viene utilizzata più frequentemente perché è meno invasiva e, pertanto, consente un periodo di guarigione più rapido.
Le diverse forme di chirurgia del tumore al pancreas vengono eseguite nei seguenti modi:
Procedura di Whipple:
Pancreasectomia distale:
Pancreasectomia totale:
Prima di sottoporsi a un intervento chirurgico per pancreatite, verranno effettuati degli esami per stabilire che il paziente sia sufficientemente in forma e in salute per affrontare un intervento chirurgico. Inoltre, nel lasso di tempo che precede l’intervento si consiglia di seguire una dieta sana e di evitare di fumare e bere. Anche la sera prima dell’intervento è necessario astenersi da cibo e bevande.
Da parte dell’équipe chirurgica al paziente verrà inoltre spiegata la procedura nel dettaglio insieme a cosa aspettarsi dopo l’intervento. Normalmente, la sera prima dell’intervento, al paziente viene data una bevanda ricca di carboidrati il cui scopo è quello di fornire energia a sufficienza per aiutarne la convalescenza. Durante l’intervento al paziente verrà inoltre somministrata una flebo endovenosa nel braccio per prevenire la disidratazione.
Se ci si è sottoposti ad un intervento di chirurgia laparoscopica per rimuovere la cistifellea, il tempo di convalescenza non è lungo e la dimissione ospedaliera avviene di norma il giorno successivo. Di solito i pazienti ritornano alle proprie abitudini nel giro di due settimane.
Se ci si è sottoposti a un intervento chirurgico a cielo aperto, la convalescenza è più lunga e la degenza ospedaliera va dai tre ai cinque giorni con un periodo di guarigione che va dalle sei alle otto settimane.
Subito dopo l’intervento per il tumore al pancreas, il paziente viene di norma trattenuto nell’unità di terapia intensiva prima di essere trasferito in reparto per consentirgli di riprendersi. È probabile che dopo l’intervento chirurgico verranno applicati una serie di flebo e sistemi di drenaggio per drenare i liquidi, misurare la pressione arteriosa, gestire il dolore e idratare il paziente. Se sottoposto ad un intervento di colecistectomia totale, il paziente inizierà ad assumere integratori enzimatici e insulina e gli verrà inoltre mostrato come somministrarli autonomamente. In genere i pazienti rimangono in ospedale per un massimo di due settimane.
Il tumore al fegato è una forma tumorale che ha origine nel fegato, in contrapposizione al tumore al fegato secondario che ha la propria origine altrove nel corpo ma che da lì si sposta verso il fegato. La maggior parte dei tumori riscontrati nel fegato sono secondari, poiché molte cellule che si muovono all’interno del corpo finiscono in tale organo, rendendolo così più suscettibile a tali tumori. In caso di tumore al fegato secondario, questo verrà trattato nello stesso modo in cui verrebbe trattato il corrispondente tumore primario. Per esempio, nel caso di un tumore al seno secondario presente nel fegato, tale tumore verrà trattato allo stesso modo del tumore al seno, poiché le cellule sono le stesse, con l’unica differenza che queste hanno viaggiato fino al fegato.
Esistono diversi tipi di tumore che hanno origine nel fegato. Tra questi vi sono:
Come evidenziato in precedenza, il fegato è suscettibile al tumore primario, il che significa che il tumore ha la sua origine nel fegato, oppure al tumore secondario, il che significa che le cellule tumorali hanno viaggiato verso il fegato attraverso il flusso sanguigno provenendo da un’altra regione tumorale nell’organismo. Il tumore viene trattato a seconda del tipo primario corrispondente. Pertanto, anche se il tumore è presente nel fegato, nei casi di tumore secondario, questo verrà trattato nello stesso modo in cui verrebbe trattato il tumore primario. La maggior parte dei tumori riscontrati nel fegato sono tumori secondari.
Noto anche come epatoma, il CEC è la forma più comune di tumore al fegato primario. Il tumore si forma nelle cellule del fegato, chiamate epatociti, ed è più comune negli uomini anziani, in particolare in quelli che hanno sofferto di cirrosi.
Questa forma tumorale del fegato è una forma rara di CEC e colpisce il tessuto fibroso delle cellule epatiche. Il carcinoma fibrolamellare è più comune nelle persone più giovani e non è correlato a cirrosi o epatite.
Invece di interessare il fegato direttamente, il colangiocarcinoma si sviluppa nei dotti biliari che trasportano la bile dal fegato allo stomaco.
Si tratta di una forma molto rara di tumore al fegato e ha origine nei vasi sanguigni del fegato. Colpisce uomini e donne, in particolare di età compresa tra i 70 e gli 80 anni.
Si tratta di un’altra forma molto rara di tumore al fegato che di solito colpisce i bambini di età inferiore ai tre anni. Normalmente vi sono solamente circa 20 casi di epatoblastoma all’anno.
Tra i sintomi comuni del tumore al fegato vi sono:
Esistono diverse opzioni di trattamento disponibili per il tumore al fegato, a seconda di quale tipo di tumore si tratti. L’intervento chirurgico è il trattamento più comune, la cui finalità dapprima è quella di tentare di rimuovere il tumore. Se il fegato era sano all’inizio, la funzionalità epatica potrebbe continuare normalmente. Potrebbe inoltre essere necessario un trapianto di fegato qualora il tumore risulti essersi sviluppato su una porzione estesa di tale organo. Lo specialista potrebbe decidere di utilizzare trattamenti localizzati, quali chemioterapia, ablazione a radiofrequenza, crioablazione, radioterapia o terapia farmacologica.
Le metastasi sono la diffusione di un tumore maligno in una sede diversa da quella di origine. Alcune cellule tumorali, oltre a crescere senza controllo, diventano anche capaci di separarsi da un tumore primario, viaggiare nei vasi sanguigni o nei canali linfatici, dando così origine a un nuovo tumore secondario in altri organi o tessuti. Lo sviluppo di metastasi riduce la possibilità di curare il tumore, anche se grazie alle attuali terapie, è possibile controllarne la crescita e alleviarne i sintomi.
A seconda dei casi, alcuni tumori metastatici non mostrano sintomi. In altri casi, invece, i sintomi e la loro frequenza dipendono dalla dimensione e dalla localizzazione della metastasi.
La diagnosi di una metastasi avviene durante il percorso di follow-up di un paziente affetto da tumore. Se il paziente presenta i sintomi di un tumore secondario, se un test di follow-up da risultati anormali o se il medico sospetta la presenza di una metastasi, vengono allora effettuati ulteriori esami, quali:
Definire le cause della metastasi è un processo complicato, in quanto la stessa metastasi è un fenomeno complesso che coinvolge fattori che interessano tanto il tumore quanto l’organismo. I principali fattori sono:
Tuttavia, non tutte le cellule tumorali sono capaci di metastatizzarsi. Per trasformarsi in metastasi, queste cellule devono essere capaci di:
In base alla tipologia del caso, un tumore metastatico può essere trattato con terapie sistemiche, come la chemioterapia, immunoterapia e la terapia ormonale, o con interventi locali di chirurgia e radioterapia. La scelta della corretta tipologia di trattamento dipende dal tipo di tumore primitivo, dalla sede e dimensione del tumore metastatico, e dall’età e condizioni del paziente.
In caso di metastasi, è opportuno rivolgersi ad uno specialista esperto in Oncologia.
Consiste nella rimozione del cancro dal corpo del paziente, a opera di un chirurgo specializzato. Quando si rimuove un cancro si può anche eliminare del tessuto circostante che può contenere cellule cancerose. La chirurgia può anche essere utilizzata per prevenire o diagnosticare il cancro o per determinarne lo stadio.
Durante l’intervento si utilizza l’anestesia, in modo che il paziente perda sensibilità o non sia cosciente. L’anestesia può essere:
La chirurgia oncologica si può realizzare per trattare, prevenire e diagnosticare un cancro o per determinarne lo stadio. Ci sono anche altre situazioni nelle quali un intervento può ad esempio alleviare i fastidi derivanti dal cancro.
In molti casi i chirurghi impiegano bisturi o altri strumenti affilati per tagliare parti del corpo, tra cui pelle, muscoli e, a volte, ossa.
In base al tipo di cancro di cui soffre il paziente e al suo stadio di avanzamento la chirurgia può consistere in:
Prima di sottoporsi a un intervento contro il cancro è necessario eseguire diversi esami, che aiuteranno il medico a valutare le necessità chirurgiche del paziente. Tra gli esami abituali ci sono:
Spesso si richiede di non bere né mangiare prima dell’intervento di chirurgia oncologica, per un certo tempo.
Le cure postoperatorie varieranno in base al tipo di intervento. È probabile che il paziente debba restare in ospedale per del tempo dopo l’operazione; inoltre, dovrà recarsi periodicamente dallo specialista, ad esempio per valutare i progressi o togliere i punti di sutura.
Dopo l’intervento il medico può dare una serie di indicazioni da seguire, che possono includere linee guida su:
Il trattamento adeguato per il cancro dipenderà da fattori come il tipo di cancro stesso, il suo stadio e la sua localizzazione. La chirurgia è efficace soprattutto quando il tumore non si è esteso ad altre parti del corpo e, in questi casi, offre maggiori possibilità di guarigione. La chirurgia si può utilizzare anche per trattare problemi generati dal cancro, come la rimozione di un tumore che blocca l’intestino.
Esistono altri trattamenti che possono essere impiegati prima, dopo o contestualmente alla chirurgia:
Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia, il Prof. Luca Aldrighetti si specializza a pieni voti in Chirurgia Generale e in Chirurgia Toracica. Ha conseguito anche un Dottorato di Ricerca in Applicazioni Tecnologiche e Metodologie Sperimentali in Chirurgia. Attualmente, ricopre l’incarico di Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale Epatobiliare dell’Istituto Scientifico H San Raffaele di Milano e di Docente presso l’Università Vita-Salute San Raffaele. I suoi principali campi di attività e di ricerca riguardano la diagnosi e il trattamento delle neoplasie epatobiliari, il trattamento dell’ipertensione portale e dell’insufficienza epatica, il monitoraggio e il trattamento del paziente chirurgico critico. Durante la sua carriera, ha eseguito migliaia di interventi come primo operatore, la maggioranza dei quali costituiti da resezioni epatiche e pancreatiche. Vanta particolare esperienza nell’approccio laparoscopico applicato alla chirurgia addominale maggiore. Membro di numerose Società Scientifiche, è autore di oltre 500 pubblicazioni e revisore per riviste internazionali e nazionali di Chirurgia e Oncologia.
La chirurgia epatobiliare si occupa del trattamento chirurgico delle patologie maligne e benigne del fegato, delle vie biliari e del pancreas, tra cui: tumori primitivi epatici, tumori secondari dati da metastasi, tumori della colecisti e della via biliare, cisti, adenomi, iperplasia nodulare focale, calcolosi della colecisti e della via biliare, ecc. Le neoplasie epatiche sono in progressivo aumento negli ultimi anni e molti tumori benigni del fegato evolvono fino a diventare maligni. D’altra parte, invece, i tumori del pancreas endocrino sono molto rari. La resezione epatica ed il trapianto di fegato costituiscono la base della terapia chirurgica, mentre altri trattamenti includono embolizzazione dell’arteria epatica, chemioterapia, radiofrequenza ecc. Le quattro resezioni epatiche classiche sono: la lobectomia epatica destra, la lobectomia epatica sinistra, la trisegmentectomia epatica destra e la segmentectomia sinistra. Nel fegato non cirrotico è possibile asportare circa il 70% del parenchima con una mortalità operatoria inferiore al 5%. Il trattamento chirurgico dei tumori della testa del pancreas, invece, può essere palliativo con semplice derivazione biliare, o radicale con una duodenocefalopancreasectomia (più raramente una duodenocefalopancreasectomia totale). L’intervento di duodenocefalopancreasectomia prevede l’asportazione totale o subtotale del duodeno, l’asportazione della testa e dell’istmo del pancreas, della colecisti e del coledoco.
La chirurgia laparoscopica è una tecnica chirurgica mininvasiva che permette allo specialista di diagnosticare o trattare patologie senza praticare ampie incisioni chirurgiche. Durante la procedura chirurgica laparoscopica viene introdotto un laparoscopio nell’addome, cioè un tubo sottile (circa 5-10mm di diametro) dotato di un sistema di illuminazione ed una telecamera a fibre ottiche che trasmette le immagini ad un monitor. I vantaggi della chirurgia laparoscopica sono numerosi. Nonostante i tempi chirurgici siano gli stessi della chirurgia tradizionale, con la laparoscopia si ha un recupero postoperatorio molto più rapido, un rischio di complicazioni ridotto, un minor sanguinamento intraoperatorio ed un minor impatto estetico e psicologico. Possono essere eseguiti con tecnica laparoscopica numerosi interventi addominali.
Consiste nella rimozione del cancro dal corpo del paziente, a opera di un chirurgo specializzato. Quando si rimuove un cancro si può anche eliminare del tessuto circostante che può contenere cellule cancerose. La chirurgia può anche essere utilizzata per prevenire o diagnosticare il cancro o per determinarne lo stadio.
Durante l’intervento si utilizza l’anestesia, in modo che il paziente perda sensibilità o non sia cosciente. L’anestesia può essere:
La chirurgia oncologica si può realizzare per trattare, prevenire e diagnosticare un cancro o per determinarne lo stadio. Ci sono anche altre situazioni nelle quali un intervento può ad esempio alleviare i fastidi derivanti dal cancro.
In molti casi i chirurghi impiegano bisturi o altri strumenti affilati per tagliare parti del corpo, tra cui pelle, muscoli e, a volte, ossa.
In base al tipo di cancro di cui soffre il paziente e al suo stadio di avanzamento la chirurgia può consistere in:
Prima di sottoporsi a un intervento contro il cancro è necessario eseguire diversi esami, che aiuteranno il medico a valutare le necessità chirurgiche del paziente. Tra gli esami abituali ci sono:
Spesso si richiede di non bere né mangiare prima dell’intervento di chirurgia oncologica, per un certo tempo.
Le cure postoperatorie varieranno in base al tipo di intervento. È probabile che il paziente debba restare in ospedale per del tempo dopo l’operazione; inoltre, dovrà recarsi periodicamente dallo specialista, ad esempio per valutare i progressi o togliere i punti di sutura.
Dopo l’intervento il medico può dare una serie di indicazioni da seguire, che possono includere linee guida su:
Il trattamento adeguato per il cancro dipenderà da fattori come il tipo di cancro stesso, il suo stadio e la sua localizzazione. La chirurgia è efficace soprattutto quando il tumore non si è esteso ad altre parti del corpo e, in questi casi, offre maggiori possibilità di guarigione. La chirurgia si può utilizzare anche per trattare problemi generati dal cancro, come la rimozione di un tumore che blocca l’intestino.
Esistono altri trattamenti che possono essere impiegati prima, dopo o contestualmente alla chirurgia:
La chirurgia pancreatica descrive una serie di procedure eseguite per trattare le seguenti malattie:
L’intervento chirurgico per il trattamento della pancreatite acuta e cronica viene chiamato colecistectomia, che corrisponde alla rimozione chirurgica della cistifellea.
L’intervento per il trattamento del tumore al pancreas spesso è l’unico modo per curare tale forma di tumore. Esistono diverse procedure per il trattamento chirurgico del tumore al pancreas:
Se si soffre di pancreatite acuta o cronica l’intervento chirurgico verrà raccomandato per rimuovere la cistifellea in caso di calcoli biliari dolorosi che bloccano il flusso biliare. La rimozione della cistifellea serve ad eliminare il problema dei calcoli biliari.
Se si soffre di tumore al pancreas l’intervento chirurgico verrà raccomandato come opzione principale, in quanto per sua natura il tumore al pancreas è difficile da diagnosticare e, quando viene rilevato, spesso si mostra già piuttosto avanzato.
Una colecistectomia può essere eseguita in due modi diversi:
Entrambe le procedure vengono eseguite in anestesia generale, ma in genere la chirurgia laparoscopica viene utilizzata più frequentemente perché è meno invasiva e, pertanto, consente un periodo di guarigione più rapido.
Le diverse forme di chirurgia del tumore al pancreas vengono eseguite nei seguenti modi:
Procedura di Whipple:
Pancreasectomia distale:
Pancreasectomia totale:
Prima di sottoporsi a un intervento chirurgico per pancreatite, verranno effettuati degli esami per stabilire che il paziente sia sufficientemente in forma e in salute per affrontare un intervento chirurgico. Inoltre, nel lasso di tempo che precede l’intervento si consiglia di seguire una dieta sana e di evitare di fumare e bere. Anche la sera prima dell’intervento è necessario astenersi da cibo e bevande.
Da parte dell’équipe chirurgica al paziente verrà inoltre spiegata la procedura nel dettaglio insieme a cosa aspettarsi dopo l’intervento. Normalmente, la sera prima dell’intervento, al paziente viene data una bevanda ricca di carboidrati il cui scopo è quello di fornire energia a sufficienza per aiutarne la convalescenza. Durante l’intervento al paziente verrà inoltre somministrata una flebo endovenosa nel braccio per prevenire la disidratazione.
Se ci si è sottoposti ad un intervento di chirurgia laparoscopica per rimuovere la cistifellea, il tempo di convalescenza non è lungo e la dimissione ospedaliera avviene di norma il giorno successivo. Di solito i pazienti ritornano alle proprie abitudini nel giro di due settimane.
Se ci si è sottoposti a un intervento chirurgico a cielo aperto, la convalescenza è più lunga e la degenza ospedaliera va dai tre ai cinque giorni con un periodo di guarigione che va dalle sei alle otto settimane.
Subito dopo l’intervento per il tumore al pancreas, il paziente viene di norma trattenuto nell’unità di terapia intensiva prima di essere trasferito in reparto per consentirgli di riprendersi. È probabile che dopo l’intervento chirurgico verranno applicati una serie di flebo e sistemi di drenaggio per drenare i liquidi, misurare la pressione arteriosa, gestire il dolore e idratare il paziente. Se sottoposto ad un intervento di colecistectomia totale, il paziente inizierà ad assumere integratori enzimatici e insulina e gli verrà inoltre mostrato come somministrarli autonomamente. In genere i pazienti rimangono in ospedale per un massimo di due settimane.
Le metastasi sono la diffusione di un tumore maligno in una sede diversa da quella di origine. Alcune cellule tumorali, oltre a crescere senza controllo, diventano anche capaci di separarsi da un tumore primario, viaggiare nei vasi sanguigni o nei canali linfatici, dando così origine a un nuovo tumore secondario in altri organi o tessuti. Lo sviluppo di metastasi riduce la possibilità di curare il tumore, anche se grazie alle attuali terapie, è possibile controllarne la crescita e alleviarne i sintomi.
A seconda dei casi, alcuni tumori metastatici non mostrano sintomi. In altri casi, invece, i sintomi e la loro frequenza dipendono dalla dimensione e dalla localizzazione della metastasi.
La diagnosi di una metastasi avviene durante il percorso di follow-up di un paziente affetto da tumore. Se il paziente presenta i sintomi di un tumore secondario, se un test di follow-up da risultati anormali o se il medico sospetta la presenza di una metastasi, vengono allora effettuati ulteriori esami, quali:
Definire le cause della metastasi è un processo complicato, in quanto la stessa metastasi è un fenomeno complesso che coinvolge fattori che interessano tanto il tumore quanto l’organismo. I principali fattori sono:
Tuttavia, non tutte le cellule tumorali sono capaci di metastatizzarsi. Per trasformarsi in metastasi, queste cellule devono essere capaci di:
In base alla tipologia del caso, un tumore metastatico può essere trattato con terapie sistemiche, come la chemioterapia, immunoterapia e la terapia ormonale, o con interventi locali di chirurgia e radioterapia. La scelta della corretta tipologia di trattamento dipende dal tipo di tumore primitivo, dalla sede e dimensione del tumore metastatico, e dall’età e condizioni del paziente.
In caso di metastasi, è opportuno rivolgersi ad uno specialista esperto in Oncologia.
Il tumore al fegato è una forma tumorale che ha origine nel fegato, in contrapposizione al tumore al fegato secondario che ha la propria origine altrove nel corpo ma che da lì si sposta verso il fegato. La maggior parte dei tumori riscontrati nel fegato sono secondari, poiché molte cellule che si muovono all’interno del corpo finiscono in tale organo, rendendolo così più suscettibile a tali tumori. In caso di tumore al fegato secondario, questo verrà trattato nello stesso modo in cui verrebbe trattato il corrispondente tumore primario. Per esempio, nel caso di un tumore al seno secondario presente nel fegato, tale tumore verrà trattato allo stesso modo del tumore al seno, poiché le cellule sono le stesse, con l’unica differenza che queste hanno viaggiato fino al fegato.
Esistono diversi tipi di tumore che hanno origine nel fegato. Tra questi vi sono:
Come evidenziato in precedenza, il fegato è suscettibile al tumore primario, il che significa che il tumore ha la sua origine nel fegato, oppure al tumore secondario, il che significa che le cellule tumorali hanno viaggiato verso il fegato attraverso il flusso sanguigno provenendo da un’altra regione tumorale nell’organismo. Il tumore viene trattato a seconda del tipo primario corrispondente. Pertanto, anche se il tumore è presente nel fegato, nei casi di tumore secondario, questo verrà trattato nello stesso modo in cui verrebbe trattato il tumore primario. La maggior parte dei tumori riscontrati nel fegato sono tumori secondari.
Noto anche come epatoma, il CEC è la forma più comune di tumore al fegato primario. Il tumore si forma nelle cellule del fegato, chiamate epatociti, ed è più comune negli uomini anziani, in particolare in quelli che hanno sofferto di cirrosi.
Questa forma tumorale del fegato è una forma rara di CEC e colpisce il tessuto fibroso delle cellule epatiche. Il carcinoma fibrolamellare è più comune nelle persone più giovani e non è correlato a cirrosi o epatite.
Invece di interessare il fegato direttamente, il colangiocarcinoma si sviluppa nei dotti biliari che trasportano la bile dal fegato allo stomaco.
Si tratta di una forma molto rara di tumore al fegato e ha origine nei vasi sanguigni del fegato. Colpisce uomini e donne, in particolare di età compresa tra i 70 e gli 80 anni.
Si tratta di un’altra forma molto rara di tumore al fegato che di solito colpisce i bambini di età inferiore ai tre anni. Normalmente vi sono solamente circa 20 casi di epatoblastoma all’anno.
Tra i sintomi comuni del tumore al fegato vi sono:
Esistono diverse opzioni di trattamento disponibili per il tumore al fegato, a seconda di quale tipo di tumore si tratti. L’intervento chirurgico è il trattamento più comune, la cui finalità dapprima è quella di tentare di rimuovere il tumore. Se il fegato era sano all’inizio, la funzionalità epatica potrebbe continuare normalmente. Potrebbe inoltre essere necessario un trapianto di fegato qualora il tumore risulti essersi sviluppato su una porzione estesa di tale organo. Lo specialista potrebbe decidere di utilizzare trattamenti localizzati, quali chemioterapia, ablazione a radiofrequenza, crioablazione, radioterapia o terapia farmacologica.
La Telemedicina è un servizio di messaggistica privata e videoconferenza che consente di contattare gli specialisti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
La laparoscopia è l'approccio più rispettoso per il nostro organismo. Il Prof. Luca Aldrighetti ci spiega il suo impiego in Chirurgia Epatobiliare
Leggi di piùho trovato decisamente soddisfacente la qualità della prestazione medica ricevuta e di ogni altro elemento ad essa connesso
Perfetto
Umiltà preparazione ed empatia
Siamo stati accolti con molta cortesia. L'atteggiamento del medico ha dato l'impressione di una elevata professionalità.
cortesia, ottima capacità di ascolto. unico problema purtroppo non si fanno miracoli (non vengono date ulteriori opportunità da quelle già date da altri medici)
Ottima persone competenti e professionalmente ineccepibili Da consigliare Magari servirebbe piu chiarezza sulla parte burocratica
Accolti nello studio con tantissimo garbo e gentilezza.Toni pacati,spiegazione molto chiara alla portata di tutti.Molto umano.